Si sa, noi marchigiani siamo famosi per essere piuttosto pratici, per guardare al sodo; e se siamo ‘creativi’, lo siamo per fare qualcosa che serve, non roba che dura lo spazio di una mezza giornata, roba ‘seria’; che gli altri ci guardano e fanno:”Ma adesso questo da dove viene fuori? Come cavolo ha fatto a fare ‘sta roba qua?”.
Mi sa che queste dovevano essere le parole passate per la testa a parecchia gente su, a Milano, quando quattro fratelli di Venarotta (Luigi, Elto, Elio e Euste), agli inizi degli anni ’20 del secolo scorso sbarcano a Milano, diventano quasi tutti ingegneri e due di loro, Luigi e Euste, trovano subito posto nella Società Ernesto Breda.
Euste Nardi in una foto di metà degli anni ’30 (da ‘L’Ala d’Italia’, La Gazzetta dell’Aviazione, 1938)
Ora, se sei bravo, ti sei da poco laureato in ingegneria a Milano e hai trovato spazio in una delle società più importanti d’Italia, cosa vuoi fare se non fare un po’ di carriera in azienda? I Nardi manco ci pensano. Luigi lascia il ‘posto sicuro’ dopo poco, e grazie ad un finanziamento trovato da Elio, nel 1933 fondano la Fratelli Nardi cominciando a macinare commesse su commesse: l’ FN 305 diventa l’aereo di addestramento principale per l’aviazione italiana.
Anche nel dopoguerra, sebbene l’industria italiana fosse a pezzi, Luigi e Elto (nel 1935 era morto Elio, poi nel 1951 muore Euste), vanno a formare proprio con la Breda, la Breda Nardi Costruzioni Aeronautiche. È il 1971. L’età dei due non è più quella da grandi imprese ma ai due neanche passa per la testa di mollare. Luigi muore nel 1978, Elto nel 1988, dopo aver dato per mezzo secolo un’impronta decisa e vitale alla nostra aeronautica.
A Euste Nardi è dedicata la via principale di Venarotta.