Storia, arte e cultura
Chiesa di San Giorgio
Una chiesa parrocchiale di cui non vi sono documenti che ne precisano la data, ma si ritiene che sia fra le più antiche della congregazione del venarottese.
Storia della chiesa
Il Castello di Vallorano, era già in auge nel secolo VIII, comprendeva nel suo territorio le frazioni di Cepparano e Castellano, e aveva nel suo sigillo l’immagine di San Giorgio che uccide il drago.
Descrizione della
Chiesa di San Giorgio
Misura m.14×7; ha il tetto a capriate ed è stata restaurata completamente nel 1950. Il campanile a vela si innalza sul lato a sinistra della facciata; il portale maggiore di fattura semplice, con due stipiti in travertino, sormontato da un arco semicircolare che racchiude una lunetta ovale.
La porta laterale, che guarda verso oriente, è alquanto piccola. L’edificio è illuminato da tre finestre simmetriche di forma rettangolare. L’altare Maggiore è dedicato a S.Giorgio, titolare della parrocchia.
Gli anziani raccontano che una volta la chiesa aveva ben 4 altari laterali e diverse ossari con accesso sul pavimento.
L’altare maggiore costruito dal Maestro Bartolomeo Pussassio nel 1592 racchiude la tela di San Giorgio che uccide il drago. L’altare fu prelevato dalla vecchia chiesa del’ Castello e portato in quella nuova, ricostruita più a valle.
L’altare laterale dedicato a San Cristoforo, in stucchi e laterizi, venne disegnato e costruito nel 1752 dal Maestro Stefano Torriani, mentre la pregevole tela che vi è posta all’interno è stata realizzata dal pittore Matteo Pennaria.
Altre informazioni
Chiesa di San Giorgio
In chiesa troviamo anche altre tele restaurate da Don Giacomo Scialanga, tra cui una dedicata a Sant’Emidio. La chiesa possiede diverse reliquie tra cui un braccio con la reliquia di Sant’Emidio. Si racconta che il giorno della Santa Croce, forse il 14 settembre, il parroco saliva in processione fino al colle del Castello dove una volta sorgeva la vecchia chiesa.
Oggi questa solennità non viene più ricordata forse perchè non si trova più la croce astile ossia la croce processionaria, del XV secolo in ottone argentato che la chiesa possedeva. Alcuni dicono che questa Croce fu portata alla Curia durante l’ultimo restauro, altri dicono che sia stata venduta dal parroco Don Luigi Mosca, si sa di certo che la croce non è più stata vista da quel periodo.
Ai lati dell’altare maggiore c’erano due nicchie che sono state murate, durante la ristrutturazione che appunto seguì l’allora parroco Don Luigi Mosca. In quell’occasione fu rifatto anche il pavimento e quindi furono ricoperti gli ossari.
Attualmente si può notare la presenza delle nicchie a causa dall’intonaco non del tutto uniforme, ma gli anziani che hanno assistito alla muratura, raccontano che dentro ci sono stati lasciati degli oggetti, reliquie calici e altri oggetti sacri. Il campanile, fu costruito solo nei primi anni del 1900 con apertura ad arco e cornici marcapiano. L’ultimo restauro risale al 2017 a seguito degli eventi sismici.
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